04.04.2025
​L’Unione Europea di fronte alla complicata gestione delle riserve di gas​

Con l’avvicinarsi della stagione di iniezione del gas, l’Unione Europea si trova ad affrontare una serie di ostacoli che complicano il riempimento delle sue riserve strategiche: fattori come condizioni meteorologiche avverse, interruzioni nelle forniture e incertezze normative stanno mettendo alla prova la resilienza energetica del continente.​

Recentemente, un’ondata di freddo ha colpito diverse regioni europee, aumentando la domanda di gas per il riscaldamento e riducendo ulteriormente le già limitate scorte; parallelamente, problemi tecnici e logistici hanno interrotto le forniture da alcuni dei principali fornitori, costringendo l’UE a ricorrere maggiormente al gas naturale liquefatto (GNL).

Comunque, l’aumento della domanda globale di GNL ha portato a una competizione più intensa e a prezzi più elevati, rendendo l’approvvigionamento ancora più oneroso.​

In questo contesto, l’UE sta valutando modifiche alle sue normative sullo stoccaggio del gas: attualmente, esiste l’obbligo per gli Stati membri di riempire le riserve fino al 90% entro il 1° novembre di ogni anno.

Alcuni Paesi, tra cui Germania, Francia e Paesi Bassi, però, sostengono che scadenze rigide possano aumentare i prezzi del gas e rendere il mercato vulnerabile a manipolazioni: di conseguenza, si sta discutendo la possibilità di introdurre maggiore flessibilità, permettendo di raggiungere l’obiettivo del 90% in un intervallo di tempo più ampio, tra il 1° ottobre e il 1° dicembre. Inoltre, si propone di rendere volontari gli obiettivi intermedi di stoccaggio per altri mesi a partire dal 2026 e 2027.​

Alcuni esperti avvertono che modificare le regole durante la stagione di iniezione potrebbe aumentare l’incertezza nel mercato: è fondamentale che l’UE prenda decisioni chiare e tempestive per garantire la sicurezza energetica e la stabilità del mercato.