29.11.2024
Serbatoio idrico scavato nella roccia ritrovato nel sito archeologico del nuraghe Santu Miali a PompuIl nuraghe Santu Miali, situato nel comune di Pompu, continua a rivelare preziose testimonianze del passato grazie alle recenti campagne di scavo archeologico. L'ultima scoperta riguarda un serbatoio idrico scavato nella roccia e rivestito in muratura, situato accanto al monumento principale: questa struttura, secondo gli archeologi, risale a un periodo immediatamente successivo al primo crollo del nuraghe, avvenuto durante l'ultima fase dell'età del Bronzo.
Il serbatoio testimonia l'ingegnosità delle popolazioni nuragiche nella gestione delle risorse idriche. La sua presenza suggerisce che l'area circostante il nuraghe fosse utilizzata non solo per scopi difensivi e abitativi, ma anche per attività legate alla raccolta e conservazione dell'acqua, elemento fondamentale per la sopravvivenza delle comunità antiche.
Le indagini archeologiche hanno inoltre rivelato che il sito ha subito vari riutilizzi nel corso dei secoli, con tracce di frequentazione in epoca punica e romana. Nel cortile interno e nell'area di accesso al bastione sono stati rinvenuti strati di frequentazione di età romana e punica, evidenziando la stratificazione storica del sito.
Il progetto di restauro e valorizzazione del nuraghe Santu Miali, denominato "A Spasso nel Tempo", è cofinanziato dal Ministero della Cultura e vede la collaborazione dei comuni di Pompu e Masullas. L'obiettivo è rendere il sito accessibile al pubblico, promuovendo il turismo culturale e l'attrattiva del territorio del Parte Montis.
Il sindaco di Pompu, Moreno Atzei, ha sottolineato l'importanza di questo progetto per la comunità locale, evidenziando come la valorizzazione del nuraghe possa contribuire alla conoscenza e alla salvaguardia del patrimonio storico-culturale della Sardegna.
La scoperta del serbatoio idrico aggiunge un ulteriore tassello alla comprensione della complessità del nuraghe Santu Miali e delle sue diverse fasi di utilizzo nel corso dei millenni: questo ritrovamento offre nuove prospettive per lo studio delle tecniche costruttive e delle pratiche quotidiane delle antiche popolazioni che hanno abitato la Sardegna, contribuendo a delineare un quadro più completo della loro vita e delle loro capacità ingegneristiche.