02.02.2024
Gasolio agricolo: il dilemma dei sussidi nel settore agricoloLa recente vittoria degli agricoltori tedeschi contro il governo, che mirava a trasferire i costi della transizione ecologica esclusivamente sulle aziende agricole, ha messo nuovamente in evidenza l'importanza dei sussidi pubblici. Questi ultimi possono infatti influenzare l'uso di tecnologie considerate dannose per l'ambiente. L'Unione Europea, insieme al Ministero dell'Ambiente italiano, emette regolarmente rapporti sui sussidi che possono danneggiare l'ambiente ("Sad") e quelli che promuovono l'economia circolare ("Sfec"). Tali rapporti mostrano un vantaggio netto per il settore agricolo italiano, che ammonta a più di 2,2 miliardi di euro. In particolare, le agevolazioni sul gasolio agricolo rappresentano la maggior parte di questa cifra, con quasi 900 milioni di euro, a cui si aggiungono altri 180 milioni per la riduzione dell'IVA al 10%. Gli agricoltori italiani pagano un'accisa sul gasolio inferiore alla media europea di 7 centesimi al litro. Tuttavia, il costo del gasolio per autotrazione è superiore di 18 centesimi a litro a causa delle accise più elevate. Anche se il carburante agevolato non copre completamente le necessità degli agricoltori, ciò non li rende privilegiati. L'accisa ridotta (14 centesimi) si applica solo al 77% del carburante necessario per specifiche colture e lavorazioni, mentre il resto deve essere acquistato a prezzo pieno, soggetto a un'accisa tra le più alte in Europa (62 centesimi). Questo porta il costo complessivo sopra la media europea. La situazione è preoccupante, e le recenti mosse politiche di Bruxelles potrebbero essere interpretate erroneamente. Proteste agricole sono già iniziate in molte città italiane, anche se non raggiungono ancora l'intensità di quelle in Germania e Francia. Un disegno di legge in corso di discussione propone l'eliminazione di varie agevolazioni, tra cui quella sul gasolio, per disincentivare l'uso dei motori a combustione interna. Tale provvedimento, se attuato, rappresenterebbe un duro colpo per l'agricoltura italiana. La riduzione progressiva delle agevolazioni ha già avuto un impatto significativo, e l'applicazione delle accise ordinarie sui carburanti potrebbe causare uno squilibrio economico di 120 euro ad ettaro per le colture estensive, con un aumento per quelle specializzate. La transizione verso l'abbandono dei combustibili fossili dovrebbe essere graduale e condivisa tra pubblica amministrazione, cittadini e imprese, non un cambiamento brusco. Le macchine agricole necessitano di alta autonomia, e finora ciò ha limitato lo sviluppo di alternative al gasolio. Le agevolazioni sui carburanti non sono solo una questione economica e fiscale, ma influenzano un settore strategico per il Paese, fondamentale per il prestigio del "made in Italy" nel mondo.