29.11.2024
Dissalatori e serbatoi: investimenti strategici per l’approvvigionamento idricoIn risposta alle crescenti sfide legate alla scarsità d'acqua e alla siccità, l'Italia sta intensificando gli investimenti in infrastrutture idriche, focalizzandosi su dissalatori e serbatoi. Queste iniziative mirano a garantire un approvvigionamento idrico sostenibile per le comunità, specialmente in aree vulnerabili.
La desalinizzazione, processo che trasforma l'acqua di mare in potabile, è al centro di questi sforzi. Attualmente, l'Italia conta circa 40 impianti di desalinizzazione, principalmente situati su piccole isole come Ustica, Pantelleria e Lampedusa. Questi impianti producono complessivamente circa 650.000 metri cubi d'acqua al giorno, coprendo una minima parte del fabbisogno nazionale.
Per ampliare la capacità di desalinizzazione, sono in corso progetti significativi. Uno dei più ambiziosi prevede la costruzione del più grande dissalatore d'Italia a Taranto, con un investimento di 100 milioni di euro finanziato dal PNRR. L'impianto, previsto per il completamento entro il 2026, tratterà 1.000 litri d'acqua al secondo, soddisfacendo le esigenze di circa 385.000 persone.
Parallelamente, si stanno potenziando le infrastrutture di stoccaggio con la costruzione di nuovi serbatoi. Questi serbatoi sono essenziali per garantire una riserva d'acqua durante periodi di siccità e per ottimizzare la distribuzione nelle reti idriche. L'integrazione di dissalatori e serbatoi rappresenta una strategia completa per affrontare le sfide idriche, assicurando una fornitura costante e affidabile.
Tuttavia, l'espansione della desalinizzazione solleva preoccupazioni ambientali. Il processo richiede elevati consumi energetici e produce salamoia, un sottoprodotto altamente salino che, se non gestito correttamente, può danneggiare gli ecosistemi marini. Per mitigare questi impatti, si stanno sviluppando tecnologie più sostenibili e si promuove l'uso di energie rinnovabili negli impianti di desalinizzazione.