23.08.2024
ADAC confronta HVO e dieselL'HVO (la cui sigla sta per Hydrotreated Vegetable Oil od olio vegetale idrotrattato), identifica un biocarburante simile al gasolio, ma prodotto da materie prime sostenibili come oli di frittura esausti, scarti di grasso animale e oli vegetali.
L’ADAC (l'automobile club tedesco) ha deciso di testarne le prestazioni, confrontando le emissioni e il consumo di carburante rispetto al gasolio tradizionale su quattro auto diesel: una Skoda Superb Combi 2.0 TDI, una BMW 520d Touring, una Mercedes E 220 d e una Volkswagen Caddy 2.0 TDI. Tutti questi veicoli sono omologati per l'utilizzo di biocarburante e possono quindi essere riforniti con HVO100 senza problemi.
Dai test è emerso che l'uso dell’HVO comporta un leggero aumento del consumo di carburante, dovuto alla densità inferiore rispetto al diesel tradizionale. Questo incremento è molto contenuto, variando dall'1 al 5% a seconda del carico richiesto dal motore.
In compenso, le emissioni allo scarico si riducono, con un calo compreso tra il 2 e il 5%. Considerando l'intero processo di produzione dell'HVO100, l'ADAC ha stimato una riduzione complessiva delle emissioni di CO2 fino al 90% rispetto al diesel tradizionale. Questo perché la CO2 viene rimossa dall'atmosfera durante la produzione del biocarburante, grazie all'utilizzo di biomassa.
Le emissioni di particolato (PN), ossidi di azoto (NOx) e altri inquinanti come idrocarburi e monossido di carbonio rimangono a livelli paragonabili a quelli del diesel B7, e comunque ben al di sotto dei limiti legali, con leggere variazioni tra i diversi modelli di auto.
In generale, tutte le emissioni restano molto inferiori ai valori limite, anche nei test effettuati su percorsi autostradali.
L’ADAC ha concluso che l’HVO100 può essere utilizzato in sicurezza nei veicoli omologati e ha invitato i produttori a autorizzare rapidamente e in modo retroattivo l'uso di questo carburante anche per le flotte di modelli precedenti.
Infine, l’ADAC suggerisce che miscelare HVO con diesel tradizionale potrebbe essere una soluzione praticabile: fino al 26% di biocarburante può essere aggiunto senza necessità di autorizzazione da parte dei produttori, migliorando il bilancio della CO2 fino al 20%.